Adottiamo una parola

W5LxtaQuest’anno introdurremo un giochino all’interno del corso di Linguistica italianaAdottiamo una parola (o un’espressione). Tutti gli studenti frequentanti sceglieranno una parola e cercheranno di scriverne la definizione, aiutandosi con i principali dizionari della lingua italiana dell’uso. 

Navigando su internet mi rendo conto che la mia idea non è molto originale. Beatrice, il social network della Società Dante Alighieri, invita ad adottare parole già da qualche tempo. Niente ci impedirà di adottare parole nel nostro corso di Linguistica italiana e di interagire anche con Beatrice. 🙂

Perché adottare una parola? Non dobbiamo pensare a parole difficilissime, ma a parole che sono comuni e che dovrebbero far parte della nostra quotidianità, che, tuttavia, per vari motivi, non hanno fatto breccia nel nostro vocabolario. Per esempio, cosa significa frugale e in quali contesti usiamo questo termine? È un nome? Un aggettivo? Un autore ne ha fatto un uso particolare?
Il bello di adottare una parola è che in seguito si ha voglia di adottarne altre, perché non rimanga figlia unica. 🙂

Come procedere? 
Una volta che vi sarà stata assegnata una parola, i vocabolari da consultare saranno i seguenti.

Da consultare sempre:
GRADIT, ovvero Tullio De Mauro, Grande dizionario dell’uso, 7 voll., Utet, 2007 (consultabile a Palazzo Corigliano presso la Biblioteca dell’Orientale).

Tra i seguenti scegliere un dizionario e prevederne l’assidua frequentazione 🙂 , prediligendo le edizioni più recenti:
Zing15: Nicola Zingarelli, Vocabolario della lingua italiana, Bologna, Zanichelli, 2015 (cartaceo o anche on-line a pagamento, cfr. il sito della Zanichelli);
Sab-Col: Francesco Sabatini e Vittorio Coletti, Dizionario della lingua italiana, Rizzoli – Larousse, 2007 (una versione più snella si trova in rete sul sito del Corriere della Sera).

Per approfondire l’etimologia (facoltativo):
DELIN, ovvero Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli, Il Nuovo etimologico: Dizionario etimologico della lingua italiana, Bologna Zanichelli, 1999. Indovinate dov’è, consultando il catalogo elettronico della biblioteca).

Come redigere la voce?
Tutti gli studenti dovranno aggiungere nei commenti di questo post la parola che hanno adottato e dovranno scrivere il significato, come se volessero redigerne una voce di vocabolario.
Aiutandosi con i principali vocabolari, la voce dovrà seguire il seguente schema:

Lemma, marca morfologica
“significato / -i”
A. *esempio tratto da un autore*. B. *esempio inventato*.
Citare i Dizionari consultati per la redazione della voce.

Qui la lista parole delle parole adottate.

Qui trovate l’aggiornamento con il file di esempio “AVANA” da seguire.

124 commenti

  1. Astruso (agg.)
    1. Poco comprensibile perché contorto e complicato.
    2. In senso letterario, nascosto, riferito soprattutto al pensiero.
    Es. 1a. Oh, Dio, no! È terribile! È davvero troppo astruso (L. Stewart, La metà di noi)
    1b. Che pensiero astruso! Potresti spiegarti meglio?
    Es. 2a. Si fermerà in ogni canto più astruso a mirarlo tutto (Paolo Segneri)
    2b. Il trailer di questo film è davvero astruso.

    Etim. lat. “abstrūsu(m)” (messo da parte); attestato in italiano a partire dal 1619.
    (cfr. GRADIT, DELIN, ZING. 2014)

    Patrick Fiume

    • Dissertatore (s.m.)

      1. Chi tratta con competenza di un particolare argomento; per estensione colto interprete ed espositore.

      1a.Leggo la Bibbia ed il Botta, noiosissimo dissertatore, narratore di lena. (Tommaseo,1-104, GDLI)
      1b. Ascoltai con attenzione il dissertatore mentre discuteva di politica estera dinanzi a una gran folla.

      Etim. dal latino DISSERTATORE(M); attestato in italiano dal XIX sec.

      (Cfr. Delin, Gradit, GDLI)

  2. Usucapione (s.f.) (pl. -ni)

    Modo di acquisto della proprietà o diritto reale causato da un possesso prolungato nel tempo moderato dalla legge.

    A. « Oltre all’elemento materiale del possesso, la legge, ai fini dell’usucapione, richiede un elemento psicologico, individuato nell’animus rem sibi habendi consictente nell’intenzione del possessore di comportarsi come tale, esercitando le corrispondenti facoltà, facendo in modo che anche i terzi lo considerino tale » (Katia Mascia, L’usucapione, La casisitica giurisprudenziale di acquisto della proprietà di beni mobili e immobili e di altri diritti reali attraverso il decorso del tempo, Halley editrice, 2007, pag. 36)

    B. La proprietà di questo bene immobile è stata acquistata per usucapione.

    Etim. dal lat. USUCAPIONEM da USUCAPERE; in italiano è attestato a partire dal 1559.
    (Cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, Zingarelli 2002)

    Claudia Krogh

  3. Petulante (agg.)

    1. di persona che presenta un comportamento insistente, invadente e importuno; per estensione, di persona arrogante;
    2. in senso scherzoso, di parte del corpo di notevoli dimensioni, prominente;
    3. di persona priva di pudore, svergognata.

    Es. 1a. Teodora La Jece le empiva li orecchi del suo chiacchierio di femmina maldicente e petulante. (D’Annunzio, 4-I-176, GDLI)
    Es. 1b. Non ho mai conosciuto una donna tanto petulante quanto tua suocera!

    Es. 2a. Spiccavano nel volto quei tratti vagamente popolareschi e sguaiati, il naso petulante che terminava in patatina, il moto delle labbra, che si aprivano di tanto in tanto a valva, con espressione furbesca, provocante e sicura di sé. (Dino Buzzati, “Un amore”, Milano, Mondadori, 1963)
    Es. 2b. Che naso petulante che hai!

    Es. 3a. Va’ via di qua, petulante, temerario che sei. (Carlo Goldoni, “L’uomo prudente”, BIZ)
    Es. 3b. Una che alla sua età porta ancora la minigonna non può che essere una donna petulante.

    Etim. dal latino “PETULĂNTE(M)” (chi chiede con insistenza); in italiano è attestato per la prima volta nel 1600.

    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GDLI, BIZ)

    Giovanni Messina

  4. Radiale (agg.)

    1. Che si irradia dal centro.
    2. In fisica viene usato per ciò che è proprio dei raggi luminosi.

    Es. 1a. Il ragno… si incamminò senza fretta lungo uno dei fili radiali che sorreggevano la rete (Buzzati, 4-282, GDLI)
    Es. 1b. Lo pneumatico radiale consente maggiore aderenza alle automobili.

    Es. 2a. Ecco il radio rapidamente scomporsi per dar luogo alle emanazioni radiali (L’illustrazione italiana – 24/10/1909, GDLI)
    Es. 2b. Le linee radiali del Sole illuminano la Terra.

    Etim. dal latino “RADIUS” (raggio); in italiano è stato attestato per la prima volta nel 1321.

    (cfr. GRADIT, DELIN, GDLI, Sabatini-Coletti)

    Valeria Maggio

  5. Scettico (agg.)

    1.Relativo allo scetticismo
    2.Detto di chi dubita per principio; incredulo, dubbioso

    Es. 1a.L’errore scettico può cedere il posto a un altro modo di errore, nel quale si riconosce che il pensiero non può affermare il non pensiero o il mistero. (B.Croce, 1°-2-293; GDLI )
    1b.La filosofia scettica, diversamente dalle altre correnti della sua epoca, fu la prima corrente di pensiero a unire tre scuole distinte, le quali si caratterizzavano soprattutto per l’esercizio del dubbio e della “sospensione” del giudizio.

    Es.2a. Profondamente credo e affermo che il popolo italiano non è di natura sua scettico e ateo, senza virtù e senza fede. (Carducci, III-7-487; GDLI)
    2b.Luca è scettico sulle possibilità di successo della sua impresa.

    Scettico (s.m)

    filosofo seguace dello scetticismo

    Es. a.Gli scettici, che negavano ogni evidenza ed ogni probabilità, contraddicevano a se medesimi. (Pallavicino, 1°-263; GDLI)
    b.I primi scettici sono considerati Platone e Aristotele, seguaci dello scetticismo classico pirroniano.

    Etim. dal greco skeptikós, deriv. di sképtesthai (osservare, considerare); attestato per la prima volta in italiano nel 1587.

    (cfr. GRADIT, DELIN, Sabatini-Coletti, GDLI)

    Eseola Kristina

  6. Gretto (agg. e s.m.)
    1. Chi è eccessivamente ristretto nello spendere più per meschinità d’animo che per avarizia di denaro.
    2. Chi ha mentalità ristretta, limitato di mezzi e idee.
    Es. 1a. Era quest’uomo veramente meccanico, d’animo tanto più tosto gretto e meschino che avaro, e di tale più tosto sordidezza e gagliofferia che miseria. (Varchi, I-8-3-7, GDLI); 1b. Mia sorella ha sposato un uomo gretto.
    Es. 2a. Di qui si può conoscere quanto questi catali manchino di concetti e di invenzioni, veggendosi per lo più le loro commedie stiracchiate, grette e rubecchiate qua e là. (Grazzini, 4-9, GDLI); 2b. È un uomo dalle idee grette.

    Etim. Dall’italiano meridionale CRETTU (crepato, arido, sterile); la prima attestazione in italiano è del 1554.
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Florindo Dino Maccarelli

  7. Scalfire (v.tr.)
    1. Incidere con una punta la superficie di qualcosa, ferire superficialmente
    2. In senso figurato, intaccare, danneggiare qualcosa o qualcuno.

    Es.1a La palla andò a scalfire il braccio sinistro di Brusio. «L’onore è salvo!», …(Giovanni Verga “Una Peccatrice”,. Roma, Edizioni La Fenice, 2006 )
    Es.1b Le prime scritture antiche sono state scalfite sulla superficie di pietra.

    Es.2a. Tale soluzione, che condivido pienamente, senza scalfire il dettato della legge, secondo cui le procure distrettuali devono operare nei capoluoghi di regione, (Luciano Violante: seduta 29, Verbali della Commissione Parlamentare Antimafia, Edizione Internet a cura di Liber Liber)
    Es.2b Le notizie apparse sul giornale hanno scalfitto la sua reputazione.

    Etim. Etimologia non certa, da lat. tardo scarificere
    (Cfr. GRADIT, Sabatini- Coletti, DELIN)

  8. Inconscio (s.m.)

    1. Parte dell’attività psichica, o parte della psiche, che non raggiunge il livello della coscienza e in cui hanno origine pulsioni e istinti.

    Es. 1a. Non credeva nelle forze profonde, nell’inconscia innocenza che è in noi (Pavese, GDLI)

    Es. 1b. Questi sogni sono frutto del tuo inconscio.

    Etim. Dal latino tardo INCŌNSCIUM (che non è cosciente); attestato per la prima volta in italiano nel 1348-53.

    (cfr. GRADIT, SAB-COL, DELIN, GDLI)

    Yvonne Mondany

  9. Semantica (s.f.)

    1. in linguistica, la semantica è la parte della linguistica che studia le parole nella dimensione del significato, analizzandole sia singolarmente sia in contesti di frasi o di enunciati di una lingua;
    2. in logica, studio della relazione fra i segni e i concetti a cui si riferiscono.

    Es. 1a. La morfologia, la sintassi, la semantica passarono in seconda linea, o addirittura nel dimenticatoio, sola si salvò l’indagine etimologica. (Migliorini, 8-15, GDLI)
    1b. Lo studio della semantica è utile per identificare e dare dignità ad ogni oggetto presente nel mondo.

    Es. 2a. Le due facce degli anni sessanta: un irrazionalismo delirante inteso come tecnica di conoscenza; e un rigoroso approfondimento degli strumenti conoscitivi-espressi, dalla linguistica alla semantica. (Arbasino, 8-16, GDLI)
    2b. L’insiemistica è la manifestazione più evidente di come la semantica matematica operi.

    Etim. dal francese semantique; attestata per la prima volta in italiano nel 1922.

    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GDLI)

    Assunta Glielmi
    MC/02954

  10. Madido, agg.
    1. Detto di ciò che è umido, bagnato
    Es. 1a. Baciai quel suo volto scarno, e madido tutto d’un sudore gelato. (Ippolito Nievo, “Le confessioni di un italiano”, Einaudi, Torino, 1964)
    Es. 1b. Marco notò di avere la fronte madida di sudore.

    Etim. dal latino “MADIDUM” (bagnato); attestato per la prima volta in italiano nel 1492.

    (cfr. GRADIT, DELIN, Sabatini-Coletti)

    Alessia Iadaresta

  11. Faceto (agg.)
    Piacevolmente spiritoso, arguto, scherzoso.

    Es. a. Mi guatano attraverso il velo nero, con uno stupore quasi faceto, dimentiche dell’aspetto umano. (D’Annunzio, GDLI).
    b. Mi raccontò tutto in tono assai faceto.

    Faceto (s.m)
    Persona arguta, dotata del senso dell’umorismo. Anche detto di cosa arguta, umorismo, comicità.

    Es. a. Per niuna cagione sogliono durare l’amicizie così fatte se non perché si rende quasi diletto per diletto, de l’istessa maniera come suole avenire tra i faceti ne la piacevole conversazione. (Tasso, GDLI).
    b. In compagnia di faceti il tempo sembra passare più velocemente.

    Etim. incerta dal lat. facētum (“elegante”, poi “arguto”); è attestato in italiano dalla fine sec. XIV.
    (cfr. GRADIT, DELIN, Sab-Col, GDLI)

    Clementina Guardascione

  12. Agonizzante (agg.)

    1. Chi è entrato in agonia

    2. In senso figurativo,prossimo alla fine.

    Es. 1a. Ho visto la commedia del dolore al letto di un’agonizzante. (Giovanni Verga,Don Candeloro e C.,Treves,1894.)
    1b. Agonizzante arrivò al pronto soccorso.

    Es. 2a. A Milano,nella capitale del Regno agonizzante,non si congiurava che per mutar di padrone. (Girolamo Rovetta,La Lombardia alla caduta del Regno Italico,conferenza tenuta a Firenze nel 1897.)
    2b. La civiltà agonizzante soffriva da tempo di fame.
    .
    (cfr. GRADIT, DELIN, Sabatini-Coletti, GDLI)

    Lucia Falcone

  13. Abominazione (sf.)

    1 Avversione mista a profondo disprezzo, a orrore; esecrazione
    2 Cosa abominevole; Infamia, empietà, nefandezza

    Es. 1a. Le due di queste cagioni… non sono da vituperare, ma da escusare e di perdono degne; le due altre… sono degne di biasimo e d’abominazione (Dante, Conv., 1-1-6; GDLI)
    1b. Il padrone lasciava trapelare una marcata abominazione nei confronti del servo .

    Es. 2a. Alcun è che perde el monno… / Chi lo perde, è perduto, chi lo larga, è pentuto, chi lo caccia arproferuto, èglie abominazione. / L’uno stanno li contenne, l’altri dui arprenne arprenne.
    2b. I compagni di Ulisse si macchiarono di una così grave abominazione da essere trasformati in maiali.

    Etim. Dal nome latino abominatione ( m ) (esecrazione); attestato per la prima volta in italiano nel 1304 – 1308.

    (Cfr. GRADIT, DELIN, Sabatini-Coletti, GDLI)

    Emanuele Gigantino

  14. Rachitico (agg.)

    1. Relativo al rachitismo.
    2. Detto di persona o pianta gracile, debole, eccessivamente magra.

    Es. 1a. Oggi ho fatto vacanza perché non stavo bene, e mia madre m’ha condotto con sé all’istituto dei ragazzi rachitici. (E. De Amicis, 273; GDLI)
    1.b. L’anziano rachitico è continuamente assistito dai familiari.

    Es. 2a. Mia sorella non fa nulla, non ha mai fatto nulla; è un’ignorante crassa, assoluta. Ma è bella; e io rachitico e mingherlino faccio la figura, accanto a lei, di un magro avvoltoio inerpicato sulla spalla di una dea. (A. Moravia, 16-47; GDLI)
    2b. Il viandante si sedette sull’erba secca e poggiò la schiena contro il tronco quasi privo di vita di un alberello rachitico.

    Etim.dal nome greco “rhàchis” (spina dorsale); attestato per la prima volta in italiano nel 1750.

    (Cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GDLI)

    Ludovica Manzo

  15. Apotropaico (agg.)

    Che allontana o annulla influssi maligni.

    Es.1. La stampita si esasperava a sicinnide, a danza simulatamente apotropàica. (C. E. Gadda, 3-237; GDLI)

    Es.2. Quella statua, secondo gli anziani del quartiere, ha un valore apotropaico.

    Etim. dal greco “apotròpaios” (che allontana); attestato per la prima volta in italiano nel 1929.

    (cfr. Sab-Col,GRADIT,DELIN,GDLI)

    Francesco Lavieri

  16. Immobile (agg.)
    1 Che non può muoversi, mantiene sempre la stessa posizione.
    2 Che è temporaneamente fermo.

    Es.1a. Troviamo ancora cose che sono ferme e immobili, come sono i monti, la terra e total cose. (Fra Giordano, 3-125, GDLI)
    1b. Gli alberi restano immobili in un punto per tutta la loro vita.

    Es.2a. Il pallido timore che rende l’uomo immobile, stupido, fremente. (G. Ferrari, 76, GDLI)
    2b. Rimasi immobile davanti a quella scena.

    Etim. dal latino immobĭlis , composto da in- e mobĭlis ossia “mobile”

    (cfr. GRADIT, DELIN, Sab-Col, GDLI)

    Martina Lucia Leone

  17. Inalberare (v. tr.)

    1. Alzare una bandiera o uno stendardo sull’albero di una nave, su un’asta, su un’antenna.
    2. Alzarsi sulle zampe posteriori (tipico dei cavalli).
    3. In senso figurato, adirarsi all’improvviso.

    Es. 1a. Della primavera tuttavia irresoluta aveva visto già dal mattino, venendo dal porto alla città di Recanati, inalberare la terra due insegne tra il pallore degli ulivi. (G. Pascoli, Pensieri e discorsi, 1914, GDLI)
    Es. 1b. Fu tra i primi ad inalberare la bandiera tricolore.

    Es. 2a. Si dice, ogni cavallo, o tristo o buono, s’inalbera, a tirar troppo la briglia. (F. Berni, Opere burlesche, 1555, GDLI)
    Es. 2b. È un’emozione indescrivibile vedere i cavalli inalberarsi.

    Es. 3a. Ma s’inalberano tutti quando un figliuolo non va d’accordo colla madre sua. (A. Cantoni, Foglie al vento, schizzi vari, 1875, GDLI)
    Es. 3b. Mio fratello s’inalbera molto facilmente.

    Etim. dalla parola “albero”. In italiano è attestato per la prima volta nel 1400.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Gennaro Fusco

  18. Pudìco (agg)

    1. Che nutre sentimenti di pudore, di pudicizia.

    2. Che rivela discrezione e riservatezza.

    Es.1a. L’aveva sempre ascoltato, senza rispondere, ad occhi bassi, pudìca, con un mezzo sorriso.(Misasi 3-73, GDLI)

    Es.1b. È talmente pudìco da non riuscire ad esprimere ciò che realmente sente.

    Es. 2a. La donna casta e pudìca è un beneficio divino sopra ogni altro beneficio.(Tassoni 8-66, GDLI)

    Es. 2b. Sei così pudìco! Bisogna tirarti le parole di bocca!

    Etim. dal lat. pudīcu(m) der. di pudēre (vergognarsi); attestato in italiano a partire dal 1292.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Annarita Iavarone

  19. Magari (escl., avv.)

    Con valore esclamativo indica un desiderio inattuabile, una speranza, un augurio.
    Con valore frasale, probabilmente.
    Con valore avverbiale addirittura, persino. Indica il limite estremo di una possibilità, a proposito di una situazione anomala, di un fatto incredibile.

    Es. 1a. Non piange mica. Magari piangesse! Lo dice anche il dottore. (D’ Annunzio, III – 2 – 1051) GDLI
    1b. Prenoto anche per te? Eh, magari!

    Es. 2a. Chiede d’esser comandato a Roma. Magari farebbe la sua figura in Roma. Ma se anche fosse tramutato anche in altra città che abbia università, credo forse sarebbe pago. (Carducci, II-19-108) GDLI
    2b. Magari non si sente bene.

    Es. 3a. Sia stato Manin, Tommaseo, sia stato magari il Papa, tu il Governo, insomma; buon per noi che quell’armata, che c’è in Lombardia, qualcosa fece… perdia! (Codèmo, 69) GDLI
    3b. Mi comprerò la barca, magari a rate.

    Etim. dalla parola greca “makári” (‘beato te’); è attestato per la prima volta in italiano nel 1250.
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Dora Jani

  20. Uggioso (agg.)

    1. Detto di luogo oscuro, ombroso, umido.

    2. In senso figurato che causa noia, fastidio, tedio.

    Es. 1a. Il castello dell’innominato era a cavaliere a una valle angusta e uggiosa, sulla cima d’un poggio. (Manzoni, I Promessi Sposi, Cap. XX)

    1b. In quell’angolo uggioso non arriva nemmeno un raggio di sole.

    Es. 2a. E riuscirebbe uggioso in fin dei conti a voi, o giovinetti, un metodo siffatto che è riserbato ad età più matura. (Dante, Purg., XX)

    2b. Questa pioggia mi rende uggioso.

    Etim. Dal lat. UDUS (umido); la prima attestazione risale al 1311.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN)

    Valentina Miele

  21. Avulso (agg.)

    1. Indica una condizione di distacco.

    2. Tolto via dal contesto.

    Es. 1a. Condannata ad un continuo errare.. l’anima avulsa

    violentemente dal corpo precipita per l’eternità alla quale si assempra. (Beltramelli, II-753, GDLI)

    Es. 1b. Dal suo comportamento, quell’uomo, pare del tutto avulso dal mondo che lo circonda.

    Es. 2a. L’altre città che sparse/ tengonsi e speran nell’indugio ancora, / cadon tutte in un dì, membra disciolte / d’avulso capo. (L’Adelchi 317, Manzoni, GDLI)

    Es. 2b. L’indice è stato avulso dal libro.

    Etim. dal latino “AVULSUM” (strappare); attestato per la prima volta in italiano nel 1566.

    (cfr. GRADIT, Sabatini Coletti, DELIN, GDLI)

  22. Lapalissiano (agg.)

    Detto di ciò che è estremamente chiaro, evidente e scontato.

    Es.A I paradossi hanno sempre una base sicura nelle verità lapalissiane. (Bonsanti, GDLI)
    Es.B È lapalissiano che i cani camminino su quattro zampe.

    Etim. dal nome di J. Chabonnes, signore de La Palisse, capitano francese, morto nella battaglia di Pavia (1525); attestato in italiano nel 1918.

    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GDLI)

    Rossella Marroccella

  23. Enfatico (agg.)

    1. Che ha enfasi e che conferisce ad un termine o una frase un particolare rilievo.

    Es. 1a Perché mi fa pena. Io sono uno spirito delicato. Enfatico. ( Luigi Antonelli, Il cenno, 1926).

    1b Un enfatico presentatore televisivo

    Etim. dal lat. tardo emphatĭcu(m), dal gr. emphatikós; attestato in italiano a partire dal 1559.

    (cfr. GRADIT, Sab.-Col., DELIN)

    Daniele Marra

  24. Evanescente (agg.)

    Detto di ciò che svanisce, si affievolisce fino a scomparire; per estensione di significato: vago,privo di fondamento.

    Es.a Accosto il volto a evanescenti labbri.
    (Montale, “Cigola la carrucola del pozzo”, “Ossi di seppia”, 1925)

    Es.b Si sentiva in lontananza il suono evanescente di un violino.

    Etim. Dal francese évanescent (1859); attestato per la prima volta in italiano nel 1916.

    (Cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti,DELIN)

    Diana Franco

  25. DENIGRARE (v. tr.)

    1. Screditare, diffamare una persona danneggiandone la reputazione; sminuire, abbassare il merito, il valore di qualcosa.

    Es. 1a. Appena si accorgeva che un giovane piacesse alle sue figlie, cominciava a denigrarlo sistematicamente
    facendone una persona sciocca e ridicola. (Alvaro, 14-177, GDLI)

    1b. Il capoufficio denigra il lavoro di Marco.

    Etim. Dal latino denigrare (tingere in nero); attestato in italiano all’inizio del XIV secolo.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Arianna Genzano

  26. Desueto (agg.)
    1. Detto di ciò che non è più in uso, obsoleto, antiquato, fuori moda.

    Es. 1a. Ma il modo desueto del risveglio, e le particolari qualità della sostanza proteica che Alvise aveva inconsciamente scelto, avevano dato origine al sorgere di una creatura infinitamente più complessa di una cellula primigenia.
    (Giorgia Cicogna, “I ciechi e le stelle”, Milano, L’Eroica, 1931, pp.11)
    Es. 1b. Scrivere lettere è ormai considerata una pratica desueta.

    Etim. Dal verbo latino desuēscere; in italiano è attestato per la prima volta nel 1560.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Avventore (s.m.)
    1. Frequentatore di un locale pubblico, bar o anche negozio.

    Es. 1a. “I pochi avventori mattutini del «Caffè-Concerto Nazionale», già avvezzi ai grandi successi, non degnavano neppure di un’occhiata il lenzuolo bianco (“Artisti da strapazzo”, tratto da “Vagabondaggio”, Giovanni Verga, Firenze, Barbera, 1887, pp. 1)
    Es. 1b. La maggior parte degli studenti de L’Orientale sono avventori del bar di Palazzo Mediterraneo.

    Etim. dal latino advenìre; in italiano è attestato per la prima volta nel 1543.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN)

  27. Apostofe (s.f.)
    1. Figura retorica che consiste nell’interrompere il filo del discorso per rivolgersi direttamente a una persona, anche assente.
    Es. 1a. Ma, già nel far quelle operazioni, aveva ripreso, dentro di sé, il filo dell’apostrofe cominciata al letto del povero Renzo. (Manzoni, Promessi Sposi, I5(260), GDLI)
    Es. 1b. Il presentatore esordì con un’apostrofe, salutando i telespettatori a casa.

    Apostofare (v. tr.)
    2. Rivolgersi a qualcuno, richiamo, rimprovero, invocazione.
    Es. 2a. – Eh! non vincerai – lo apostrofò Tugnazza, un gran tocco di contadino bugiardo (Alfredo Oriani, Oro Incenso Mirra, BIZ).
    Es. 2b. Apostrofai il ragazzo per i suoi comportamenti irriverenti.

    Etim. deriva dal latino tardo apŏstrophe(m), dal greco apostrophé (‘deviazione’); in italiano è attestato a partire dal 1360.

    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GDLI, BIZ)

    Simona Gatto

  28. Utopia (s.f.)
    1. In campo filosofico ideale politico, sociale o religioso di una società ideale.
    2. Per estensione aspirazione irrealizzabile e fantastica.
    1a. Con tutto ciò le utopie ben regolate fin ora fuor de’ libri non son comparse. (Giuglaris, 2-784, GDLI)

    1b. Auroville è un’utopia che ha preso vita.
    2a. Onde ‘utopia’ ogni disegno o concetto impossibile a ridursi alla pratica. ‘Cotesta è un’utopia. Hanno certe utopie’. (Tommaseo [s. v.], GDLI)

    2b. Un mondo in cui regna la pace è un’utopia.
    Etim. Neologismo di Tommaso Moro, coniato nel 1516; attestato in italiano dal 1821.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Federica Esposito

  29. Aulico (agg.)

    1. Detto di uno stile o di un linguaggio solenne, elevato.
    2. Riferito al volgare illustre teorizzato da Dante

    Es. 1a. O seduti ne gli aulici scanni, / a che i patti mentite e la pace? (Giosuè Carducci,“Juvenilia”, Libro VI: Sicilia e la rivoluzione, 1880)
    Es. 1b. Sono molto colpita dal suo registro aulico!

    Es. 2a. Egli [Dante] si mostra avere scritto non in questo volgare, cardinale, aulico, e, come egli lo chiama, curiale, cioè cortese, ma nel volgare toscano e fiorentino. (Salvini, 5-III-267, GDLI)
    Es. 2b. Al liceo studiai la definizione dantesca del volgare nel “De Vulgari Eloquentia”: illustre, cardinale, aulico e curiale.

    Etim. dal greco aulikòs, derivato di aulé (corte); attestato per la prima volta in italiano nel 1321.

    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GDLI)

    Federica Fredella

  30. Vispo (agg.)
    1. Detto di chi è molto sveglio, vivace sia fisicamente che mentalmente, brillante, molto scattante nei movimenti.

    Es. 1a. Era una bambina ancora, vispa, fresca, aliena. (Pirandello 8 – 79 GDLI)
    Es. 2a. In molti pagherebbero per essere vispo come lui.

    Etim: di origine onomatopeica; attestato per la prima volta in italiano nel 1612

    (cfr. GDLI, DELIN, Sabatini – Coletti)

  31. Proselito (s.m.)
    1. Nell’antichità il pagano che si convertiva dal paganesimo al giudaismo.
    2. Chi si converte a una religione o diviene seguace di una dottrina filosofica, di un’ideologia, di un partito ecc.

    Es. 1a. Disse David: Questa è la casa di Dio e questo è l’altare dell’olocausto d’Israel. E comandò che si raunassero tutti i proseliti della terra di Israel. (Bibbia volgar. IV- III, GDLI).

    Es. 2a. Cotesta enorme licenza di pensare e di parlare raduna facilmente proseliti, perché trova partigiani e avvocati efficacissimi nelle nostre passioni. (P. Metastasio, I-IV-381, GDLI)
    2b. Nel Novecento Mussolini acquisì nuovi proseliti nel partito fascista attraverso la propaganda.

    Etim. dal lat. PROSÈLYTUM e dal gr. PROSȆLYTOS (nuovo venuto); in italiano è attestato per la prima volta nel 1292.
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Amalia Mandiello

  32. Frugale (agg.)
    Riferito al cibo o a un’abitudine alimentare modesti e semplici. Per estensione, detto anche di uomo sobrio, modesto.
    A. […] Coltiviamo la terra e raccogliamo le uova dalla cesta. Nello stesso istante, in qualche altro posto al mondo. Un uomo starà sgozzando una capra appesa a testa in giù e un altro starà consumando una frugale ciotola di riso e verdure: non c’è giudizio possibile perché siamo da sempre alla ricerca del nostro modo di stare sulla Terra e trarne il necessario sostentamento. (Devis Bonanni, Pecoranera: Un ragazzo che ha scelto di vivere nella natura, Marsilio Editori, 2012)

    B. Avendo notato i tuoi modi modesti, ho pensato che fossi una persona frugale.

    Etim: dal lat. “frugālis” (chi viveva dei prodotti della terra); la prima attestazione in italiano risale al sec. XIV.

    (Cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN)

  33. Etimologia (s.f)

    1. Studio dell’origine e dell’evoluzione delle parole.

    Es.A. Il metodo etimologico dovrebbe averci insegnato che alla base di ogni etimologia c’è sempre un riferimento preciso, tutt’altro che vago e generico. (Etimologie fra testi e culture – a cura di Giulio Paulis, Immacolata Pinto, FrancoAngeli, pag.12)

    Es.B. Oggi abbiamo approfondito l’etimologia della parola “istrione”.

    Etim.: di etimo incerto, attestato per la prima volta in italiano dal secolo XIII.

    (Cfr. GRADIT, Sabatini Coletti, DELIN)

  34. Ispido (agg.)
    1.1. Riferito a peli o capelli rigidi e pungenti.
    1.2. Per estensione, relativo a ciò che è ricoperto di peli ruvidi e irti, di spine.
    2. in senso figurato, detto di persona dal temperamento scontroso, scostante, spigoloso.
    3. in senso figurato, detto di materia o argomento dotati di complessità, difficili da affrontare, ostici.

    Es. 1.1 a. A forza d’acqua, ogni mattina, riusciva a rassettarsi i capelli ispidi, a tirarvi una riga da un lato. (Pirandello, GDLI)
    Es. 1.1 b. Le folte sopracciglia ispide conferivano al suo volto un aspetto severo.
    Es. 1.2 a. Fin ne’ più selvaggi ispidi pini e faggi scriva purgata mano i suoi pregi e ‘l suo onor chiaro e sovrano. (Tasso, GDLI)
    Es. 1.2 b. L’istrice è noto per il suo manto ispido.
    Es. 2 a. Quel giovanotto ispido e angoloso non era fatto certamente per attirar la confidenza d’alcuno. (Pirandello, GDLI)
    Es. 2 b. Può apparire una persona ispida, in realtà teme il confronto con gli altri.
    Es. 3 a. e in tanta oscurità non vedeva profilarsi altro, a ogni passo, che le sgradevoli, dure, ispide necessità dell’esistenza, a cui era vano tentar di sottrarsi, e che si dovevano perciò subito affrontare o subire, per levarsene al più presto il pensiero. (Pirandello, GDLI)
    Es. 3 b. Una ispida trama di menzogne e tradimenti faceva capo al delitto.

    ETIM. dal latino HISPIDUM; la parola è attestata per la prima volta in italiano dal XIV secolo.
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Alessia Finno

  35. Loquace (agg.)

    1. Persona che parla molto e volentieri; per estensione riferito anche al verso di un animale.

    2. Detto di qualcuno o qualcosa che si esprime con chiarezza.

    Es. 1a. La locandiera loquace non perdonava a nessuno ed i suoi pettegolezzi sembravano quei mosconi che ronzano passando da un oggetto all’altro con lo stesso monotono stridore. (Luigi Monticoni , “Noi siamo le colonne”, Padova, BLU edizioni, 1947)

    Es. 1b. La mattina si svegliava con il canto loquace degli uccellini.

    Es. 2a. […] “Questa è la scelta indispensabile di chi s’incammina sulla strada del sacerdozio”. Gli disse quell’assistente spirituale , sviluppando un discorso loquace, accompagnato da gaudenti sorrisi, gesti con le mani per incutergli sicurezza , stimoli all’autostima. (Salvatore Lisi , “L’Altra vocazione”, Sicilia, You can print – editore, 2014)

    Es. 2b. Il professore è stato loquace durante la lezione.

    Etim. dal latino loquace(m); in italiano è attestato per la prima volta nel XIII-XIV sec.

    (cfr. GRADIT, Sab.-Col., DELIN)

    Carolina Marizia

  36. Eludere (v.tr.)

    1.Evitare, schivare con astuzia qualcuno o qualcosa: es: la polizia, una domanda.

    Es.A. Quasi subito mi misi a cercare un modo ingegnoso di eludere il rigore della cura e di ingannare il medico severo senza trasgredire i suoi comandamenti. (D’Annunzio, V-I-172 GDLI)

    Es.B. In questa struttura è molto difficile eludere la vigilanza, sono molto attenti.

    Etim. dal latino elùdere (evitare); attestato in italiano dal 1540.

    (cfr. GRADIT, Sabatini Coletti, DELIN, GDLI)

    Annalisa Gannuscio

  37. Puerile (s.m.) Agg.

    1. 1. Di, da fanciullo. Che si riferisce ai fanciulli o anche all’ infanzia.

    2. 2. Che rileva immaturità o deriva da immaturità.

    Es. 1a “Non volli lasciare indietro le poesie giovanili o anche puerili, per mediocri o difettose che sieno e per quanto non permettesse l’autore che talune di esse fossero ristampate in suo vivente”. (Carducci III-18-129, GDLI ).

    Es. 1b L’età puerile è ricordata con nostalgia dagli anziani.

    Es. 2a “Quasi, quasi sembra che io ami allo stesso modo come a 12 anni giuocavo; con la terribile paura cioè di venir detto puerile!”. (Svevo 8-784, GDLI)

    Es. 2b L’atteggiamento puerile di Marco sta causando gravi preoccupazioni alla famiglia.

    Etim. Dal latino puer (fanciullo); attestato per la prima volta nel 1306.

    (cfr. Sab-Col, DELIN, GDLI)

  38. Placèbo (s.m.)
    1.Farmaco privo di sostanze attive, utilizzato specificamente per creare autosuggestione nel paziente.
    Es. 1a. L’alloro s’accomuna per l’oro e par ch’abbia contratto, dal servir di ramo alle osterie, l’esser anco agli osti venale; dal ghirlandar le salsicce e i lomboli, laurear i pizzicaruoli che s’addormentarono facilmente nelle universitadi che vanno a placebo e son istituite ‘ad placitum’, per ammetter nella matricola i porcelli e i protasini. (F.F.Frugoni, VII-269, GDLI).
    Es. 1b. Il placebo è un medicamento dato più per compiacere il paziente che fornirgli beneficio.
    Etim. dal latino PLACEBO; attestato per la prima volta in italiano nel XIV sec.)
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Luca Migliore

    • Placèbo (s.m.)
      1. Farmaco privo di sostanze attive, utilizzato specificamente per creare autosuggestione nel paziente.

      Es. 1a. L’alloro s’accomuna per l’oro e par ch’abbia contratto, dal servir di ramo alle osterie, l’esser anco agli osti venale; dal ghirlandar le salsicce e i lomboli, laurear i pizzicaruoli che s’addormentarono facilmente nelle universitadi che vanno a placebo e son istituite ‘ad placitum’, per ammetter nella matricola i porcelli e i protasini. (F.F.Frugoni, VII-269, GDLI).
      Es. 1b. Il placebo è un medicamento dato più per compiacere il paziente che fornirgli beneficio.

      Etim. dal latino PLACEBO; attestato per la prima volta in italiano nel XIV sec.
      (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

      Nome: LUCA MIGLIORE

  39. Agonizzante (agg.)

    1. Chi è entrato in agonia

    2. In senso figurato, prossimo alla fine.

    Es. 1a. Ho visto la commedia del dolore al letto di un’agonizzante. (Giovanni Verga,Don Candeloro e C.,Treves,1894)
    1b. Agonizzante arrivò al pronto soccorso.

    Es. 2a. A Milano,nella capitale del Regno agonizzante,non si congiurava che per mutar di padrone. (Girolamo Rovetta, La Lombardia alla caduta del Regno Italico,conferenza tenuta a Firenze nel 1897)
    2b. La civiltà agonizzante soffriva da tempo di fame.

    (cfr. GRADIT, DELIN, Sabatini-Coletti, GDLI)

    Lucia Falcone

  40. Puerpera (s.f.)
    Donna che ha appena partorito e vive il periodo di puerperio.

    Es. A. La corrente continua di acqua ad alta temperatura aveva arrestata l’emorragia, in circa dieci minuti. Ora la puerpera riposava nel suo letto, dentro l’alcova. Era giorno chiaro (D’Annunzio, IV-I58I, GDLI).

    Es. B. A meno di un mese dal lieto evento la puerpera prepara la valigia per essere sempre pronta anche in caso di falso allarme.

    Etim. dal latino PUERPERA, la parola è attestata per la prima volta nel 1730.

    (cfr. GRADIT, Sab‐Col, DELIN, GDLI)

    Efisia Iadicicco

  41. Adulterio (s.m.)

    Relazione amorosa o sessuale fra due persone delle quali almeno una già coniugata.

    A. […] si volse a vendicar l’ingiurie e l’onte; e per farla morir con vituperio l’accusò di veleno e d’adulterio. (Alessandro Tassoni “La secchia rapita”, 1622)

    B. L’Amore sta all’adulterio come l’avversione sta al desiderio.

    Etim. dal latino ADULTERARE (corrompere); il termine è attestato per la prima volta nel 1252-58.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN)

    Claudia Luciano

  42. Lauto (agg.)
    1.Detto di qualcosa (per es. cibo o denaro) molto abbondante, in gran quantità.
    Es.1a. Ambedue mostrano la loro grata sommissione a tale ordine, il primo perché isperava una lauta ricompensa, l’altro perché il bel volto e gli occhi espressivi della figlia di Mandellone avendogli reso piacevolissimo il soggiornare nell’isola (Giovanni Battista Bazzoni, Il castello di Trezza, Milano 1830)
    Es.1b. Giulia ha donato una lauta ricompensa ai suoi allievi.Etim. dal lat. LAUTUS (lavato), la prima attestazione in italiano è del XVI secolo.
    (Cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)
    Claudia Morelli

  43. Fucina (s.f.)

    1. Fornello su cui si arroventa il ferro che poi viene battuto sull’incudine.
    2. Luogo, ambiente in cui si formano grandi ingegni, prestigiose personalità.

    Es. 1a. Amo il buio e il fragor della fucina, / e mi piace l’artier che tempra il ferro; / la polverosa sua faccia ferina, / gli occhi di foco e le braccia di cerro. (Praga 2-36, GDLI)
    1b. A causa dei dolori fisici sempre più frequenti, il nonno di Laura è stato costretto ad abbandonare il lavoro alla fucina.

    Es. 2a. Ecco… / il martellar d’una fucina immensa, / e il rugginoso anelito, e il singhiozzo / del sangue, e il chiaro alto latino squillo. / Libertà! sempre, Libertà! (Pascoli 1043, GDLI)
    2b. Firenze è stata un’illustre fucina per la storia artistico-culturale del nostro paese.

    Etim. dal latino “officīna(m)” (officina); in italiano il termine è attestato per la prima volta nel 1306.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Ilaria Migliaccio

  44. Surrogato (agg.)

    1. Detto di qualcosa che sostituisce o può sostituire un’altra in modo approssimativo.

    2. Utilizzato soprattutto in ambito alimentare, prodotto di qualità inferiore che può essere impiegato per la sostituzione di uno più pregiato.

    3. Qualsiasi cosa, anche astratta, in grado di sostituire un’altra cosa, seppure in modo imperfetto.

    Es. 1a. Iacopo Macolo scozzese, lettore di medicina teorica, surrogato al Becchi in essa custodia. (Targioni Tozzetti, 6-II8, GDLI)

    Es. 1b. L’orzo è un prodotto surrogato.

    Surrogato (s.m.)

    Es. 2a. Levò dalla tazza del surrogato una signorile, malinconica faccia rossa, un naso un po’ a pera. (C.E. Gadda, 9-27I, GDLI).

    Es. 2b. Pietro e Paolo non vogliono un surrogato di cioccolato, ma genuino cioccolato fatto con burro di cacao.

    Es. 3a. L’influenza letteraria risulta tanto più diretta, e tanto più un surrogato dell’ispirazione, quanto più il realismo coltivato vorrebbe essere un neoverismo o neonaturalismo. (Vittorini, 5-3I4, GDLI).

    Es. 3b. L’amicizia non è un surrogato dell’amore.

    Etim. Lat. “Subrogare”, composto di ‘sub-‘ e ‘rogare’, chiedere; attestato in italiano a partire dal 1540.

    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GDLI)

    Mariarosaria Ingrosso

  45. Fulvo (agg. e s.m.)
    Di colore biondo, tendente al rosso; s.m. il colore stesso
    Es: A Cardillo, forte e paziente al pari di un bue, di cui ha il pelo fulvo
    (G.Verga, La Lupa,1880)
    B Mario ha un cane dal pelo fulvo

    Etim: Dal lat. FULVUS (giallo rossiccio); è attestato in italiano a partire dal 1341-42.
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN )

    Marta Iacono

  46. Eludere (v.tr)

    1. Evitare, sfuggire, schivare qualcuno o qualcosa.

    Es. 1a. Fece ciò allo scopo di eludere le future ricerche della polizia… .
    (Guelfo Guelfi, “Dal Molino di Cerbaia a Cala Martina”, Liber Liber)

    Es. 1b. Non eludere le domande che ti sto ponendo!

    Etim. Dal latino ELUDERE (giocare); la parola è attestata in italiano per la prima volta nel 1540.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN)

    • Eludere (v.tr)

      1. Evitare, sfuggire, schivare qualcuno o qualcosa.

      Es. 1a. Fece ciò allo scopo di eludere le future ricerche della polizia… .
      (Guelfo Guelfi, Dal Molino di Cerbaia a Cala Martina, 1889)

      Es. 1b. Non eludere le domande che ti sto ponendo!

      Etim. Dal latino ELUDERE (giocare); la parola è attestata in italiano per la prima volta nel 1540.

      (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN)

      Marco Gautiero

  47. SENSIBILITÀ (s.f.)
    1. Facoltà di percepire attraverso gli organi di senso stimoli esterni o interni.
    2. Disposizione a provare in modo accentuato e a condividere sentimenti ed
    emozioni.
    3. Caratteristica di un microrganismo batterico di risentire dell’azione antibiotica di
    un farmaco.
    4. Capacità di un apparecchio o un dispositivo di registrare le variazioni di un
    fenomeno di una sostanza chimica, ecc.
    5. Disposizione di un esplosivo a esplodere più o meno rapidamente per l’azione di
    un agente atmosferico, meccanico, ecc.

    Es.1a Noi vediamo…nella nostra fisica sensibilità esservi una differenza marcata nel ricevere le impressioni degli oggetti e nelle sensazioni che ne risultano. (Delfico, I-12, GDLI)
    Es.1b La sensibilità dell’epidermide permette di percepire caldo e freddo.

    Es.2a Giorgio era in un periodo di sensibilità acutissimo. Tutti i suoi nervi tesi ed esacerbati lo tenevano in uno stato di inquietudine incessante. (D’Annunzio, IV- I-721,GDLI)
    Es.2b Le persone con grande sensibilità si emozionano facilmente.

    Es.3a Camminando sentì, piuttosto dolorificamente, la nuova sensibilità dei suoi piedi. (Fenoglio, 5-1-1877, GDLI)
    Es.3b La bassa temperatura può far perdere la sensibilità alla parte del corpo colpita.

    Es.4a I due rami indorati immersi nella vasca potevano comunicare per via delle appendici di oro con un circuito di cui faceva parte un interruttore e un galvanometro a specchio della più squisita sensibilità. (A. Bartoli, “La Natura”, 19-X-1884, GDLI)
    Es.4b Alcuni dispositivi sono sensibili agli sbalzi climatici.

    Es.5a Si chiama sensibilità la capacità di una pellicola ad essere impressionata dalla luce, vale a dire la maggiore o minore attitudine dei sali d’argento contenuti nell’emulsione ad essere modificati fisicamente per l’azione della luce. (P.Gonnelli, I-172,GDLI).
    Es.5b Essendo molto sensibile, se farai movimenti bruschi, l’esplosivo esploderà!

    Etim. dal lat. tardo sensibilitāte(m), deriv. dal class. sensibĭlis ‘sensibile’; in italiano è stata attestata per la prima volta nel 1782.

    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELI, GDLI)

  48. INTERDIRE (v. tr.)
    1. Proibire, vietare a qualcuno di fare qualcosa.
    2. Turbare, confondere.
    Es.1a. A tutti fu crudelmente interdetta / la patria sepoltura. (Petrarca, IV-2-33, GDLI)
    Es.1b. Mi è stato interdetto di parlare durante il convegno
    Es.2a. Dapprima egli rimase interdetto; Margherita sostette tremante; ma sul punto ch’essa tentò di accelerare il passo per isfuggire quel penoso incontro, Don Giorgio seguilla. (I piombi di Venezia, racconto storico del secolo XVII, 1864)
    Es.1b. Mi disse così tante nozioni insieme, che mi interdisse profondamente.
    Etim. Dal latino interdicere (ordinare o vietare, proibire); la prima attestazione in italiano risale al 1155.
    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GDLI).

  49. Pedante (agg.)

    1.Che o chi ostenta con presunzione la propria erudizione e si mantiene ottusamente ligio alle regole.
    2.Con valore perlopiù dispregiativo, chi pone eccessivo scrupolo nell’osservanza di regole, o che si occupa di minuzie con zelo privo di intelligenza

    Es. 1a. Un nugol di pedanti Marchigiani,/ Ch’avevano studiato il pecorone, / Vidi venire in ver settentrione, / disputando le leggi colle mani. (Burchiello, 45, GDLI)
    Es. 1b. Data la mia esperienza nel settore, posso affermare con una certa sfrontatezza che la peggior categoria sia proprio quella degli studenti pedanti e inconcludenti.

    Es. 2a. Chiunque si sgomenta de’ latrati dei pedanti, piglia impresa meno scabra d’assai se scrive in versi e non in prosa. (Giovanni Berchet, GDLI)
    Es. 2b. Speravo non divenissi mai quel genere di persona: un insopportabile pedante!

    Etim. forse dal greco pâis, paidὁs o dal latino pēs, pĕdis; in italiano è attestato per la prima volta nel XV secolo.

    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GDLI)

  50. Sororale (agg.)

    1.Detto di sorella.

    Es. 1a. Fra tutti gli affetti umani, fra tutti gli amori della terra , quello sororale m’ero sempre parso quello più alto e consolante. (Gabriele D’annunzio, IV-4-373, GDLI) .
    Es. 1b. L’attenzione sororale non fu sufficiente a colmare il vuoto lasciato dalla madre.

    Etim. dal lat.”sôror”, gen. “sorōris”; in italiano è attestato per la prima volta nel 1891, in G.D’Annunzio.

    (cfr. GRADIT, Sab.-Col., GDLI)

  51. Flebile (agg.)

    1. Detto di qualcosa che è appena percettibile.
    2. Detto di colui che ha tono languido.

    1a. Tu [impostura] il discorso volgi amico / al monarca ed al medico. / L’un per via piagato reggi; / e fai sì che in gridi strani / sua miseria giganteggi; / onde poi non culti pani / a lui frutti la semenza / de la flebile eloquenza. (Parini 111-18, GDLI)
    1b. Parlò al popolo con tono flebile.

    2a. Alzano i bimbi / le flebili ocarine che salutano / il tuo viaggio ed i lievi echi si sfaldano / giù dal ponte sul fiume. (Montale, Carnevale di Gerti)
    2b. Si rivolse a me con voce flebile.

    Etim. dal lat. flebilis (che piange) ; attestato in italiano dal XIV sec.

    (Cfr. GRADIT, DELIN, GDLI, Sabatini-Coletti)

    Cristiana Fiorillo

  52. Vetusto (agg.)
    1. Che è molto antico e appartiene a tempi lontani e quindi degno di rispetto e stima.
    2. Detto di persona molto vecchia.

    Es.1a. Il gran lampadario vetusto che pende a mezzo il salone (Gozzano, I Colloqui, L’amica di nonna Speranza).
    Es.1b. Pur essendo vetusti, questi monumenti non perdono il loro fascino.

    Es.2a. Indi partissi povero e vetusto (Dante, Par., VI,.139).
    Es.2b. Ieri vidi un vecchio che, mentre camminava, non riusciva nemmeno a reggere il peso del suo vetusto corpo.

    Etim. Dal lat. VETUSTUS (vecchio, antico); la prima attestazione del termine risale al 1321.

    (cfr.GRADIT, Sab-Col, DELIN)

  53. Impeto (s.m.)
    1. moto improvviso e violento di qualcosa o qualcuno che si
    spinge in avanti o si scontra con qualcos’altro.
    2. In senso figurato, moto improvviso e violento dell’animo.

    Es. 1a. assaltando con impeto le artiglierie ed i ripari. (M. Francesco Guicciardini, Storia d’Italia” 1490-1534, libro XIII, cap. V)
    1b. Aggredì con impeto il suo amico.

    Es. 2a. Attraverso l’impeto della passione e la lucidità della riflessione. (Tommaso Campanella – “Quel folle d’un saggio”, Città del Sole, 2009, p.28)
    2b. Si fece prendere da un impeto d’ira.

    Etim.: dal lat. impĕtu(m); attestato in italiano dal 1322.

  54. Panacea (s.f.)

    1. Pianta a cui vengono attribuite proprietà terapeutiche.
    2. Rimedio capace di risolvere qualsiasi problema.

    Es.1a Credo che si tenterà di dargli la panacea per bocca. (P.Verri,2VI-121,GDLI)
    1b Il tiglio è una panacea per la sindrome dell’intestino irritabile.

    Es.2a L’utopia del lasciar fare, ossia dell’assoluto liberalismo economico come panacea dei mali sociali, era smentita dai fatti.(B.Croce,III-27-329, GDLI )
    2b La tua idea è una panacea per la nostra situazione attuale.

    Etim. Dal lat. panacēa(m), dal gr. panάkeia; attestato per la prima volta in italiano nel 1356.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI )

  55. Endemico (agg.)
    1. Diffuso, costante, persistente in una determinata area.
    2. In botanica indica una specie di pianta o animale che vive esclusivamente in un territorio.
    3. In medicina indica una malattia infettiva costantemente presente in un territorio.

    Es. 1a. Il peculato, infermità endemica nell’amministrazione russa. (Casti III-204,GDLI) 1b. La corruzione, in Italia, è endemica.

    Es. 2a. Parecchie piante s’incontrano su quasi tutti i ponti del globo, nell’atto che altre non trovansi che in un modo endemico in talune località, mancando nelle altre. (Boccardo 2-165,GDLI) 2b. Il cactus è endemico nell’aerea geografica che va dal Canada alla Patagonia.

    Es. 3a. Roma diedesi a’ tedeschi; ma questi furono tra breve invasi, morti molti, spaventati i superstiti dalle febbri endemiche. (Balbo I-203, GDLI) 3b. La peste nera fu endemica nel Trecento.

    Etim. Dal francese endémie; attestato per la prima volta in italiano nel 1730.
    (cfr.GRADIT,Sab-Col,DELIN,GDLI)

  56. Attorcere (v.tr.)
    Avvolgere ripetutamente su se stesso o su qualcos’altro, attorcigliarsi.
    ES. A. A Minos mi portò; e quelli attorse otto volte la coda al dosso duro”. (Dante, Inf., XXVII)
    ES. B. Dopo aver assistito a quella scena macabra, il mio stomaco si è attorto su se stesso.
    Etim. lat. “attorquēre (torcere,volgere, piegare); attestato in italiano a partire dal 1321.
    (cfr. GRADIT, DELIN, assente in Sabatini-Coletti)

  57. Congettura (s.f.)
    Ipotesi o giudizio fondati su intuizioni e dati che non possono essere provati.

    Es.A. Allora ambedue si misero a pensare, a cumular congetture, a investigar nella loro memoria (D’Annunzio, IV-2-249, GDLI).
    Es.B. Quell’uomo è solito azzardare congetture.

    Etim. dal latino coniectūra(m), der. di conicĕre “interpretare”; attestato per la prima volta in italiano nel XIV secolo.

    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GDLI)

  58. Turgido (agg.)
    1.Detto di ciò che è ricco, abbondante, gonfio, pieno.
    2.In riferimento a tessuti organici, animali o vegetali, in stato di turgore in ambito scientifico-biologico.
    3.In senso figurato, detto di stile eccessivamente ridondante, ampolloso.
    Es. 1a. Ansava il grand’uomo, tozzo e corpulento, dal testone calvo, sotto la cui cute liscia giallastra spiccava la trama delle vene turgide. (Pirandello, 7-888, GDL).
    1b. Le vene dell’uomo apparivano turgide di sangue.
    Es. 2a. Rose rosse turgide tonde che roteano e si spampanano e si sfogliano sulla coltre nera della notte. (Ojetti, I-137, GDL)
    2b. Dopo un intenso allenamento i muscoli dell’atleta erano turgidi.
    Es. 3a. Scrive Ella con eleganza, la sua frase è pura, non languida, il numero del suo verso è fluido, non pedestre, sostenuto, non turgido, non rimbombante. (Pisani, Intr, GDL). 3b. Un stile turgido.
    Etim. dal lat. Turgĭdu(m), der. di turgēre(m) ‘esser gonfio’, prima metà sec. XIV .
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

  59. Atavico (agg)

    Ereditato dagli antenati, che risale a un passato lontano

    A) L’agitazione oscura continua di forze incoscienti, ataviche e bestiali nell’intimo della nostra sostanza (D’annunzio, GDLI)

    B) I tori provano per il colore rosso un odio atavico

    Etim. dal lat. Atavus, passato in italiano attraverso il francese “atavique”; la prima attestazione in italiano risale al 1882.
    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GDLI)

  60. Epurato (agg.)
    1. Essere escluso da un contesto.
    2. Che è reso puro.

    Es. 1a Il giornale è essenzialmente moderno. La lingua che in fondo non è se non un dialetto epurato, vi è in continua fusione (Oriani, X-4-31, GDLI)
    2a. Lo studente fu epurato dalla lezione non avendo portato a termine il suo dovere.

    Etim. Dal francese épurer; il verbo “epurare” è presente in italiano a partire dal 1796
    (Cfr. Sab-Col, GRADIT, DELIN)

  61. Pericardio (s.m.)
    1. Termine anatomico, duplice membrana che avvolge il cuore, di tipo fibro-sieroso.
    Es. 1a. «Appena fuor del pericardio uscita,/ ch’è la borsa del cor, l’arteria grande / in due tronchi ben grossi è bipartita/». (Campailla,13-87 – GDLI )
    1b. Il cardiochirurgo ha dovuto operare Matteo d’urgenza a causa di un’acuta infiammazione del pericardio.
    Etim. dal lat. mod. pericardῐu(m), dal gr. perikàrdios (intorno al cuore); attestato per la prima volta in italiano nel 1684.
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Antonietta Maisto

  62. Ibernare (v.tr.)
    1. Detto degli animali: trascorrere l’inverno in letargo.
    2. Detto del corpo umano: portare a temperatura talmente basse da impedire attività biologiche

    Es. 1a. Iberneranno in pace i vitelli (Panzini, III 312, GDLI).
    1b. Alcuni animali hanno a capacità di ibernarsi per l’inverno.

    Es. 2a. Questo trattamento che i francesi chiamano “ibernazione” servirà appunto a prolungare l’esistenza (il Messaggero, 1939, GDLI)
    2b. In futuro i malati saranno capaci di farsi ibernare in attesa che si scoprano cure efficaci

    Etim. dal latino HIBERNUM (“inverno”); la prima attestazione in italiano è del 1939.
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN).

  63. Degenza (s.f.)
    Periodo di permanenza a letto o in ospedale per malattia.

    Es.1a. Ecco che dopo giorni e giorni di squallida degenza in ospedale, al momento d’andarsene, scopriva una presenza amica. (Calvino, 1-176, GDLI)
    Es. 1b. Un trapianto presuppone un lungo periodo di degenza.

    Etim. dal latino degĕnte (m) (‘che trascorre’, ‘che passa il proprio tempo’); attestato in italiano a partire dal 1925 (CFR GRADIT, DELIN, SABATINI-COLETTI, GDLI)

  64. Avvincente ( agg.)

    Detto di ciò che avvince e che suscita un profondo interesse. Appassionante

    Es. A. Di mito in mito : una nuova avvincente escursione nel mondo della mitologia classica/ Mauro Grasso, Viola Basco, – Napoli, Derva, 1998.

    Es. B. La vita ci espone sempre a sfide avvincenti.

    Etim. Espone Deriva dal latino vinctus – avvolgere
    attestato per la prima volta in italiano nel 1896

  65. Flagrante (agg.)

    1. detto di reato, che ha carattere di flagranza, che viene constatato nel momento in cui viene commesso.
    2. detto di qualcosa che risalta con immediata evidenza.

    Es. 1a. Eppure i buoni parenti raccontano ch’essa ha trovato il marito quasi in flagrante dalla propria sarta. (Italo Svevo, “La coscienza di Zeno”, Trieste, 1923)

    Es. 1b. Il ladro è stato colto in flagrante e arrestato.

    Es. 2a. assistere ad una flagrante violazione del diritto delle genti. (Ettore Socci, “Da Firenze a Digione: impressioni di un reduce garibaldino”, 1871)

    Es. 2b. Carlo cadde in flagrante contraddizione.

    Etim. dal latino “FLAGRĂNTE(M)”; attestato per la prima volta nel 1429.
    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN)

  66. CRIPTICO (agg.)
    Misterioso,oscuro,nascosto

    Es.1a. L’ode , mi accorsi ad un esame più approfondito , trasmetteva una sorta di messaggio criptico, cui mi indirizzò una delle note al testo.

    (Gianpaolo Sasso, Il segreto di Keats : il fantasma della belle dame sans merci, 2006).

    1b. Negli ultimi giorni Anna ha assunto un atteggiamento criptico nei confronti della famiglia.

    Etim.: dal latino tardo CRYPTICU(M); la parola è attestata per la prima volta in italiano nel 1865.

    (cfr. Sab.-Col.,GRADIT, DELIN)

  67. CRIPTICO (agg.)
    Misterioso,oscuro,nascosto

    Es.1a. L’ode , mi accorsi ad un esame più approfondito , trasmetteva una sorta di messaggio criptico, cui mi indirizzò una delle note al testo.

    (Gianpaolo Sasso, Il segreto di Keats : il fantasma della belle dame sans merci , 2006).

    1b. Negli ultimi giorni Anna ha assunto un atteggiamento criptico nei confronti della famiglia.

    Etim.: dal latino tardo CRYPTICU(M); la parola è attestata per la prima volta in italiano nel 1865.

    (cfr. Sab.-Col.,GRADIT, DELIN)

  68. Gnomone (s.m)

    1. Asta o indice la cui ombra serve a segnare le ore negli orologi solari; per estensione figura geometrica piana.

    Es 1a. La gnomonica è l’arte di costruire e progettare orologi solari.

    Es 1b. La giometria dipoi fu trasportata in Grecia: ma il gnomone, cioè la regola del partire il giorno in ore, impararno di Babilonia (Boiardo, GDLI)

    Etim. dal latino gnomone(m),che trascrive il gr.gnomon (‘giudice,indicatore’), passato nel linguaggio tecn. Attrav. Il sign. Mediatore ‘che discerne,che regola. Lat. Tardo(sec II d.C) anche il grecismo gnomonica(m), sott. Arte (m) ‘(arte di costruire) degli gnomoni’; attestato in italiano a partire dal secolo XV a.C

    (Cfr.GRADIT,DELIN,Sab-Col,GDIL)

    Alessandra Iaconisi

  69. ASTUTO (agg.)

    Chi è dotato di astuzia, che sfrutta la sua abilità per raggiungere uno scopo creando situazioni opportune.

    A. E fece come l’astuto guerriere, che, volendo assalire la città, raguarda la più debile parte.
    («Brieve meditazione de’ beneficii di Dio» Agnolo Torini).

    B. Se crede di essere più astuto di noi si sbaglia.

    ETIMOLOGIA: dal latino astūtu (m) (dalla forma āstu (‘con astuzia’).

    ATTESTATO DAL: XIV sec.

    (Cfr. DELIN, GRADIT, Sab- Col., GDLI)

    Antonella Giannino

  70. Restio (s.m.)
    1. Di animale da tiro o da sella, che non vuole procedere.
    2. Di persona, che è riluttante a fare qualcosa.

    Es. 1a. il passero istesso sulle gronde delle case, oppure su qualche muricciuolo, stassi ratrappito, e par restio di spiegare il suo volo agile e leggiero… (Ulisse Barbieri, “Adelia”, Milano, 1867)
    1b. I muli sono spesso restii.

    Es. 2a. Perché meco si mostra restia nel confidarsi? (Carlo Goldoni, “La Donna di Governo”, Venezia, 1758)
    2b. Ma perché sei sempre così restio a condividere con gli altri le tue opere?

    Etim. dal lat. RESISTERE; il termine è attestato per la prima volta nel 1348.
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN)

    Nicodemo Lucà

  71. Ceruleo (agg., s.m.)
    1. agg. Di un colore che varia dal blu profondo fino all’azzurro passando per il verde.
    2. s.m. Tonalità di azzurro uguale a quella del cielo sereno.

    Es. 1a. Aveva occhi parlanti, d’un ceruleo chiarissimo, una scarna faccia simpatica, mobile, pronta a colorarsi e a scolorarsi (Antonio Fogazzaro, Piccolo mondo antico, 1895).
    Es. 1b. Gli occhi cerulei sono molto rari.

    Es.2a. La loro uniforme non faceva macchia come una stola nera; era d’un colore di colomba perlata che si confaceva con il ceruleo del mare e con il celeste del firmamento (Giovanni Faldella, Donna Folgore, 1906-1909). Es. 2a. In poesia il ceruleo è il colore del mare e degli occhi.

    Etimologia dal latino CAERULEUM (color del cielo); attestato per la prima volta nel 1374.
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Roberta Lettieri

  72. Irreprensibile (agg., s.m.)
    • A cui non si può muovere alcuna critica

    Es. A:< > (La somma teologica, Tommaso d’Aquino)
    Es. B: Quell’uomo è una persona irreprensibile.

    Etimologia: Dal lat. tardo irreprehensibĭlis, der. di reprehendĕre «riprendere» attestato per la prima volta in italiano nel 1235.

    (cfr. GRADIT, DELIN, Sabatini-Coletti, GDLI)

    Alessio Massaro

    • Non va bene così! Le ho apportato delle correzioni nella mail che avrebbe dovuto integrare, non copiare e incollare qui.

  73. Fluorescente (agg)
    Che presenta fluorescenza, ossia di colore giallo-verdastro.

    Es. a. Lo schermo fluorescente ti nascose. Fu spenta la luce. (Manzini 13-37, GDLI)
    b. Penna ad inchiostro fluorescente.

    Etim. da fluoro; attestato per la prima volta in italiano nel 1875.
    (cfr. GRADIT, DELIN, Sab-Col, GDLI)

  74. EMPIO(s.m.-agg.)
    1. Persona che reca offesa alla religione, che non rispetta le cose sacre.
    2. Spietato, crudele, feroce.

    Esempi:
    1a. “L’anima dell’empio era travolta dall’acqua eterna, e tratta dal risucchio giù, poi, nel buio, qua e là percossa.” (Pascoli, GDLI)
    1b. Quell’uomo è avverso nei confronti della religione e del clero, tanto da poter esser definito empio.

    2a. “Quel che più ti graverà le spalle sarà la compagnia malvagia e scempia con la qual tu cadrai in questa valle; che tutta ingrata,tutta matta ed empia si farà contra te.” (Dante, Paradiso 17-64, GDLI)
    2b. Tutti considerano Giovanni un uomo empio, dal momento che è stato denuciato dalla moglie per violenza.

    Etim. dal latino impium (senza pietà); attestato per la prima volta in italiano nel 1292.

    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GDLI)

    Rosanna Laguardia

  75. Copioso (agg.)

    1. Che è abbondante per numero o quantità.
    2. Che è ampiamente dotato di qualcosa
    3. Che ha abbondanza di parole; facondo, loquace.

    Es. 1a. “-Bacone?- domandava il professor Dionisio Vernoni, asciugandosi il copioso sudore dalla fronte e dalla nuca” (Luigi Pirandello, Novelle per un anno, Milano, Mondadori. 1985).
    Es. 1b. Un raccolto copioso.

    Es. 2a. “Come tu vedi, Lusca, io son giovane e fresca donna e piena e copiosa di tutte quelle cose che alcuna può disiderare” (Giovanni Boccaccio, Decamerone, Torino, Einaudi, 1986).
    Es. 2b. Guardaroba copioso d’abiti.

    Es. 3a. “Letterato insigne, coltissimo epistolografo, immenso nell’erudizione, copioso, facondo” (Vincenzo Jacobacci, In morte del Cavaliere Giambattista Bodoni sommo tipografo avvenuta il 30 novembre 1813, Parma, vedova Bodoni).
    Es. 3b. Uno scrittore copioso.

    Etim. dal lat. COPIA (abbondanza); la parola è attestata per la prima volta nel 1294.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN)

    Irene Iaccarino

  76. Geriatrìa (s.f.)

    1. Ramo della medicina che studia le malattie della vecchiaia.
    Es.A. «Si deve infatti considerare che, in geriatria, i processi metabolici dell’organismo anziano sono parzialmente modificati rispetto a quelli dell’individuo adulto non anziano, almeno in certi valori fisiologici, e che la terapia applicabile in caso di malattia, è ovviamente meno tollerata dall’organismo invecchiato» (Peruzzo, Grande Enciclopedia Medica)
    1b. Il Dottor Rossi è un grande primario del reparto di geriatria dell’ospedale.
    Etim. dal greco γέρων (vecchio) e ἰατρεία (cura); attestato per la prima volta nel XX sec.
    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GEM).

    Marco Gallo.

  77. Attonito (agg.)

    1. Preso da stupore di fronte a qualcosa che sbigottisce, impressiona, sbalordisce.

    A. Così percossa, attonita/ La terra a nunzio sta. (A. Manzoni, Cinque Maggio, righi 7-8)

    B. Sono rimasta attonita di fronte all’investimento del gatto.

    Etim. Dal lat. “attonitum” (stordito); presente in italiano dal 1336.

    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN)

  78. Rinomato (agg.)

    1. Stimato da molti, che gode di ottima reputazione.

    Es. 1a. I miei valentuomini erano tutte persone serie, rinomate per opere di chimica, fisica e antropologia (Svevo, 8-853, GDLI); 2b. Quanto rinomato esisteva in quel luogo era oggetto di pellegrinaggio.

    Etim. Dal lat. REMONIMARE (chiamare). Dal fr. ant. renominer; la parola è attestata per la prima volta in italiano dal 1600.
    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, GDLI)

  79. Onìrico (Agg.)

    Relativo al sogno, o che avviene durante il sogno; per estensione, detto di ciò che è simile al sogno.

    Es. 1a: Per questa via il Manzoni giunge a un interessante esperimento di linguaggio onirico. (V. Spinazzola, Il libro per tutti: saggio sui “Promessi Sposi”, Roma, Editori Riuniti, 1983, pag. 69)

    Es. 1b: Ho letto una favola pervasa di atmosfera onirica.

    Etim.: dal greco òneiros (del sogno); la parola è attestata per la prima volta in Italiano dal 1899.

    (cfr. GRADIT, Sab.-Col., DELIN)

  80. Carsico (agg.)

    1.Proprio del Carso, che si riferisce al Carso.

    2. Di roccia calcarea soggetta a fenomeni tipici del Carso.

    Es.1a.Formazione carsica in senso molto largo è tutta la prolungazione meridionale delle Alpi orientali. (Slataper 1-9, GDLI)

    1b. Questo fenomeno carsico è tipico delle Alpi orientali.

    Es.2a. Urla sul mare e assalta i boschi di quell’isolato montagnoso, in cui i geologi riscontravano l’avanzo di una carsica terra d’Adria, sprofondata quando la bella Italia emerse dal mare. (Bacchelli 1-85, GDLI)

    2b. Qui i geologi riscontrarono la presenza di una dolina carsica.

    ETIM. Deriv. di Carso, nome di una regione montuosa delle Alpi orientali; attestato in italiano a partire dal 1889.

    (cfr. GRADIT, GDLI, DELIN, Sab-Col)

  81. Arbitrario (agg.)

    Che è stabilito dalla volontà del singolo, dalla sua autonoma iniziativa; anche in accezione negativa con il significato di illegittimo.

    Es.a. “Tu non eri libero d’un atto arbitrario, perché la tua vita, sì, non era né d’oggi, né tua.” (G.Boine, cfr. GDLI)

    Es.b. L’obiettore di coscienza è semplicemente una persona che preferisce anteporre il diritto di vita all’arbitraria scelta della morte.

    Etim.: Dal lat. ARBITRIUM (di etimologia incerta); la prima attestazione in italiano risale al 1348.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    – Laura Landolfi

  82. Simbiosi (s.f.)

    1. In ambito biologico, stretto legame tra due o più organismi.
    2. Per estensione, legame che determina un rapporto di dipendenza tra due o più individui.

    Es. 1a. Si erano aperti a fatica la strada tra le ciurme indifferenti ed ignare del grado?… Già si distaccavano dal nucleo che non li aveva assorbiti, come si scorge ad accadere, al microscopio, una simbiosi di cellule. (Bonsanti, 5-I62)

    1b. I neonati vivono in simbiosi con le madri.

    Etim. Dal greco SYMBI’OSIS (convenienza); la prima attestazione in italiano risale al 1879, fu usata da H.-A. de Bary.
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Beare (v. tr.)

    1. Rendere beato, riempire di gioia e di piacere.

    Es. 1a. Beata s’è, che può beare altrui Co la sua vista. (Petrarca, GDLI)

    1b. A vedere certi spettacoli, si bea.

    Etim. Dal Lat. BEARE (render felice); la prima attestazione in italiano risale al 1374, fu usata da Petrarca.
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN)

    • Spasmodico (s.m)
      1. Detto di ciò che provoca sofferenza e dolore.
      2. In senso figurato, angoscioso, affannoso.
      3. In medicina, relativo alle contratture muscolari.

      ES 1a “ero posseduto da una di quelle collere spasmodiche che paralizzano dolorosamente le membra” (Piovene)
      Es 1b Una sofferenza spasmodica.

      Es 2a “Intanto noi, in spasmodica attesa, lo attendevamo in casa e, quando il lento incedere dei suoi stanchi passi si udiva in lontananza, al momento del suo arrivo, sobbalzavamo dalle sedie e dai divani posti nel soggiorno e accorrevamo in gran festa ad aprirgli la porta.”
      Es 2b “Questa spasmodica voglia di conoscere la verità, mi sta uccidendo”

      Es 3a Il dolore è un sintomo che accompagna comunemente la distonia a livello cervicale : il 75% dei pazienti con torcicollo spasmodico riferiscono dolore.
      Es 3b Accuso uno spasmodico dolore allo stomaco.

      Etim. Che riguarda lo spasmo (1568)
      (cfr. GRADIT, DELIN, SAB-COL)

      • Spasmodico (s.m)
        1. Detto di ciò che provoca sofferenza e dolore.
        2. In senso figurato, angoscioso, affannoso.
        3. In medicina, relativo alle contratture muscolari.

        ES 1a “ero posseduto da una di quelle collere spasmodiche che paralizzano dolorosamente le membra” (Piovene)
        Es 1b Una sofferenza spasmodica.

        Es 2a “Intanto noi, in spasmodica attesa, lo attendevamo in casa e, quando il lento incedere dei suoi stanchi passi si udiva in lontananza, al momento del suo arrivo, sobbalzavamo dalle sedie e dai divani posti nel soggiorno e accorrevamo in gran festa ad aprirgli la porta.”
        Es 2b “Questa spasmodica voglia di conoscere la verità, mi sta uccidendo”

        Es 3a Il dolore è un sintomo che accompagna comunemente la distonia a livello cervicale : il 75% dei pazienti con torcicollo spasmodico riferiscono dolore.
        Es 3b Accuso uno spasmodico dolore allo stomaco.

        Etim. Che riguarda lo spasmo (1568)
        (cfr. GRADIT, DELIN, SAB-COL)

        -Francesca Letizia Maione

  83. Effervescente (agg)
    1.Che produce effervescenza o è in stato d’effervescenza
    2.Fig. Fervido,brioso,esuberante, pieno di energia

    Es 1a Acqua di Paternò (famosa acqua effervescente, diuretica alcalina, che viene da Paternò e con un po’ di succo di limone diventa una bibita gustosissima) (Nino Martoglio – Centona)
    1b Questa bibita è troppo effervescente per me.
    Es 2a Io dico che questo polso non può essere più naturale, e non so come il signor dottor Malfatti
    possa sostenere il contrario. Favorisca dirmi per mia istruzione, quali sono gli accidenti che
    denotano il polso effervescente? (Carlo Goldoni – La finta ammalata)
    2b E’ proprio una ragazza effervescente!

    Etim. 1869

  84. Demandare (v. tr.)

    1. Affidare giudizio a qualcuno

    2. Delegare ad altri.

    Es. 1a. XXXVIII I Proconsoli solevano di demandare la propria giurisdizione ai loro Legati. (Le pandette di Giustiniano Volume 2, Robert Joseph Pothier, Antonio Bazzarini, 1833)
    1b. È necessario demandare la causa al giudice competente.
    2a La norma merita di essere modificata nel senso di demandare ad un terzo, non coinvolto nelle vicende che interessano il debitore ed i creditori, la nomina di professionista. (Procedimento e controllo giurisdizionale nella soluzione negoziale della crisi d’impresa, Piera Pellegrinelli, Giuffrè Editore, 2011)
    2b Non dovresti demandare i tuoi compiti a qualcun altro.
    Etim. Dal lat. demandare; attestato nella prima metà sec. XVI.

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, ZINGARELLI 1994)

    Claudia Vittoria Iezza

  85. Cronotopo (s.m)

    1 In fisica, l’ unione delle tre coordinate spaziali e quelle temporali, che danno origine alle quattro dimensioni dello spazio-tempo.
    In filosofia, unità ideale e metafisica dello spazio ideale del tempo.

    Es. 1a. M’affascina l’entità del cronotopo per cui, se ho ben capito, materia ed energia, e soprattutto spazio
    e tempo sarebbero la stessa cosa. ( Pratolini II-72, GDLI)
    1b. Il cronotopo è il fondamento dell’universo.

    Etim. comp. di crono- e del gr. tòpos ‘ luogo’; attestato in italiano a partire dal 1843.

    (cfr. GRADIT, SAB-COL, DELIN, GDLI)

  86. Rigoroso (agg.)
    Che o chi è esigente, fermamente determinato; austero nei costumi.

    Es. 1a. Buon per me, che in un sì rigoroso divieto non ha compreso la venerata persona di Vostra.(Carlo Goldoni, Il geloso avaro, Livorno 1753)
    2a. Fu un magistrato preparato, intelligente e rigoroso.

    Etim. dal latino rĭgēre (essere o diventare duri); attestato per la prima volta nel 1350.
    (Cfr. Gradit, Delin, Sabatini-Coletti, Liber Liber)

  87. Accomiatarsi (agg.)

    1.Congedarsi, andare via, lasciare.

    2.Allontanarsi con rimpianto.

    Es.1a. A piè della scala il barone s’accomiatò. (G. D’Annunzio, GDLI)

    Es.1b. I nostri parenti si accomiatarono.

    ES. 2a. “La contessa Bruni, che era rimasta, sino a quel momento, si alzò per accomiatarsi. -Addio-. (G.Verga, GDLI)

    ES. 2b. Non avrebbe voluto, ma dovette accomiatarsi dalla sua donna.

    Etim: da “commiato”; attestato per la prima volta nel 1342.

    (cfr. DELIN, GRADIT, Sab-Col., GDLI)

  88. Anelare (v.intr)

    1. Respirare affannosamente

    2. Aspirare fervidamente a qualcosa

    Es.1a. Ma si senton più presso alle spalle, anelare il temuto destrier (Manzoni 73, GDLI)

    1b. Dopo aver pedalato per circa 2 km, il ciclista anelava.

    Es.2a. In te gradito avventuroso monte , /…/ anelo io di fornir tutti i miei giorni (Varchi, V-838, GDLI)

    2b. L’esteta anelava alla perfezione.

    Etim. dal lat. anhelare, (esalare); attestato per la prima volta nel 1465.

    (cfr.GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)
    LauraMargiore

  89. Cautela (s. f.)

    Accortezza che mira a evitare danni a sé e agli altri; precauzione, attenzione, previdenza.

    A. […] Soltanto come i principi son rari, i mecenati vogliono sapere dove vanno a finire i loro denari, i due amati fecero le cose con maggior cautela, e le fanciullaggini a usci chiusi. […]
    (Giovanni Verga, “Il tramonto di Venere” da ” Don Candeloro e C.” 1894)

    B. D’ora in poi, attraverserò la strada con molta più cautela.

    Etim. dal lat. cautēla (m), da cāutus (cauto); la parola è attestata in italiano per la prima volta nel 1304.

    (Cfr. GRADIT, Sabatini Coletti, Zingarelli 2008, DELIN)

    Claudia Ferraro

  90. Tuttologo (s.m.)
    1. Detto di chi pretende di esprimersi in ogni campo del sapere.

    Es. 1b. Quel ragazzo non riesce a fare a meno di comportarsi come un tuttologo.

    Etim. composto con il greco LOGOS (discorso). In italiano è attestato per la prima volta nel 1976.

    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN)

    Irena Fransisku

  91. Anchilosante (agg.)
    1.Perdere motilità;irrigidirsi,intorpidirsi, perdita dei movimenti articolari.

    A.[…]L’anchilosi è una malattia , che consiste neli’ impedito moto di un’ articolazione. Deve per altro riflettersi , che non ogni impedimento del moto articolare costituisce l’ anchilosi propriamente detta ; ma soltanto quello , che forma esso stesso la …[…]
    (Filippo Leonardi, elementi di chirurgia,1814.)

    B. Per la lunga immobilità gli si è anchilosata una gamba.

    Etim. dal gr. ankýlōsis (curvatura) ;la parola è attestata in italiano per la prima volta nel sec. XVIII.
    (Cfr. GRADIT, Sabatini Coletti, Zingarelli 2008, DELIN)

    Pasquale Giglio

    • Lauto (agg.)
      1.Detto di qualcosa (per es. cibo o denaro) molto abbondante, in gran quantità.
      Es.1a. Ambedue mostrano la loro grata sommissione a tale ordine, il primo perché isperava una lauta ricompensa, l’altro perché il bel volto e gli occhi espressivi della figlia di Mandellone avendogli reso piacevolissimo il soggiornare nell’isola (Giovanni Battista Bazzoni, Il castello di Trezza, Milano 1830)
      Es.1b. Giulia ha donato una lauta ricompensa ai suoi allievi.

      Etim. dal lat. LAUTUS (lavato); la prima attestazione in italiano è del XVI secolo.
      (Cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)
      CLAUDIA MORELLI

  92. Inesorabile (agg. m. e f. [pl. -i])
    1.Un soggetto animato o una situazione astratta che non si lascia impietosire da alcunché.
    2. Colui che non perdona.

    ES. 1a Ma quel più che mai tien alte le ciglia, Quasi più inesorabil che la morte. (Girone il cortese, Luigi Alamanni, Googlelibri)
    1b Avevo commesso un errore e sapevo che sarebbe finita per noi, perché lui era un uomo dall’animo inesorabile.

    ES. 2a Su quel foglio ella aveva scritto “Per sempre”, e una data. La vita li ripigliava entrambi, l’una di qua e l’altro di là, inesorabilmente. (Di là del mare da Novelle rusticane, Giovanni Verga, Liberliber)
    2b Cercava cambiar posizione, discorrere, divagarmi, ma indarno: quello sguardo inesorabile mi perseguitava in ogni luogo, m’attirava. (Misteri del chiostro napoletano, Enrichetta Caracciolo, Liberliber)

    Etim. Dal latino inexorabĭlis, der. di exorabĭlis ‘esorabile’, col pref. in- 1 •sec. XIV; attestato per la prima volta in italiano nel 1374.
    (Cfr. Sab. Coletti, GRADIT, DELIN)

    MARIA LIMODIO

  93. Metafisica(s.f.)
    1. Parte della filosofia che si occupa degli aspetti teorici, esulando dall’esperienza.
    2. In senso figurato e dispregiativo, la dottrina, teoria o concetto astratto lontano dalla realtà sensibile e dall’esperienza.

    1a: All’ottava spera…risponde la scienza naturale, che Fisica si chiama, e la prima scienza che si chiama Metafisica. (Dante,Conv.,II-XIII-8, GDLI)
    1b: Parmenide studia l’essere attraverso la logica, la metafisica e l’antologia.

    2a: Che cosa significa metafisica? Nient’altro che la versione filosofica della visione religiosa del mondo.
    (Umberto Galimberti ,Almanacco di filosofia. L’eredità di Martin Heidegger , 2007 (p. 59) )
    2b: E’ necessario essere sempre concreti e non fare della metafisica.

    Etim: Dal lat. mediev. metaphysĭca,
    dal gr. tà metà tà physiká
    ‘le trattazioni posteriori a quelle sulla natura’, titolo assegnato nel sec. I a.C. a quegli scritti di Aristotele che riguardavano le cause prime della realtà in quanto collocati dopo ( metá ) quelli che trattavano delle cose naturali ( physiká )
    •sec. XIV.

    (cfr.GRADIT,Sab-Col,DELIN,GDLI)
    Chiara Milanese

  94. Pàvido [agg]
    Detto di chi ha paura e manca di coraggio.

    1a. O dolcissimo sonno,il quale l’umana generazione pavida della morte costringi ad apparare le sue lunghe dimore,occupa me con le forze tue. (Boccaccio, GDLI)
    1b. Pavido è colui che teme la morte.

    Etim.dal latino pavidu(m); attestato in italiano dal 1340.
    (cfr. GRADIT, DELIN, GDLI).

  95. Rorido (agg.)
    Umido, bagnato di rugiada ; per estensione madido di sudore.

    1b. Il prato rorido faceva risplendere il paesaggio.
    2a. “Bella tu, rorida terra” (Leopardi, GRADIT)

    Etim. dal lat. RORIDUM (riferito alla rugiada) ; la prima attestazione dall’italiano è nel 1553.

    (cfr. GRADIT, Sabatini Coletti, DELIN)

  96. Febbrile (agg.)
    1. Relativo alla febbre, causato dalla febbre.
    2. Detto di ciò che è intenso, inquieto, frenetico.

    Es. 1a. Poi si chinò sulla figliuola, posando la guancia febbrile su quell’altra guancia scarna. (Giovanni Verga, I drammi ignoti,1884)
    1b. Quel bambino è stato affetto da una convulsione febbrile.

    2a. Chissà quante volte si rammentavano ancora di quel tempo, in mezzo alle ebbrezze diverse, alle feste febbrili, al turbinoso avvicendarsi degli eventi, alle aspre bisogne della vita? (Giovanni Verga, Di là del mare, 1883)
    2b. Durante l’esame, lo studente assunse un atteggiamento febbrile.

    Etim. Dal lat. febrilis; attestato per la prima volta in italiano nel 1350.

  97. Monile (s.m.)
    Collana arricchita da elementi decorativi o pietre preziose.
    Es. 1a. Questa fenice de l’aurata piuma/ al suo bel collo, candido, gentile, /forma senz’arte un sí caro monile, /ch’ogni cor addolcisce, e ’l mio consuma/ (Francesco Petrarca, Questa fenice de l’aurata piuma, 1-4)
    1.b Ho acquistato un monile a un buon prezzo.
    Etim. dal lat. MONILEM (nuca); in italiano è attestata per la prima volta nel XIV sec.
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN)

  98. Allibito (agg.)
    Chi è colto da sbigottimento; sorpreso, confuso.

    Es. A. Tacqui, allibito, aspettando che l’inevitabile burrasca mi investisse. (Tozzi; GDLI);
    B. Il ricevente, dall’altro capo del telefono, farfugliava allibito.

    Etim. dal Latino parlato *allivēre, da livēre (diventar livido); attestato per la prima volta in italiano nel XVI secolo.
    (cfr. GRADIT, DELIN, GDLI, Zing.13)

  99. permaloso /perma’loso/ (per-ma-lo-so) agg., s.m.[1612; der. di (aversene) per male con -oso] che, chi ha facile tendenza ad indispettirsi, ad irritarsi, a risentirsi in maniera sproporzionata alle circosanze: essere tanto p. da non accettare le critiche
    DER. permalosamente, permalosità
    SIN. insofferente, irascibile, irritabile, scontroso, suscettibile
    CONTR. accomodante, calmo, sereno
    GRAMM. superl. permalosissimo

    Dizionario consultato: GRADIT

    permalóso, s. m. e agg. ‘chi si impermalisce anche per parole o atti insignificanti’ (1612, M. Buonarroti il Giovane). permalosità, s. f. ‘l’essere permaloso’ (a. 1874, N. Tommaseo) Da (aversene) per male.

    Dizionario consultato: DELIN

    permaloso [per-ma-ló-so] agg., s.

    • agg. Di persona, che si risente o si adombra per cose futili, o che sospetta cattiveria dietro ogni gesto o parola SIN suscettibile: ragazzo p.; carattere p.
    • s.m. (f. -sa) Nel sign. dell’agg.
    • sec. XVII

    Dizionario consultato: Sabatini Coletti

    Permaloso (agg.)
    Definizione

    A. “Seppi in seguito da Marchetto che il signor Lucilio mi aveva dipinto come un ragazzo molto timido e permaloso, facile ad esser abbattuto anche nelle forze e nella salute da un qualunque dispiacere; […]”
    Ippolito Nievo, Le confessioni di un italiano, Capitolo III, Torino, Einaudi, 1964 (http://www.abruzzoinmostra.it/letteratura/nievo_01/le-confessioni-d-un-italiano-di-ippolito-nievo-pagt0171.htm)

    B. Non si sa come parlargli, ha un carattere permaloso.

    Etimologia

    Dall’espressione (aversene) per male; attestato per la prima volta in italiano nel 1612.

    Alessandra Iannucci

  100. Pusillanime (agg.)
    1. Detto di chi è timido, che ha poca autostima e fiducia in se stesso.
    2. Detto di persona meschina e vile.

    Es. 1a. Noi siamo mobili, riottose, sospettose, pusillanimi e paurose. (Boccaccio, Dec., I, GDLI)
    1b. Lo scrittore spesso è pusillanime, si cela dietro ai suoi personaggi.

    Es. 2a. Dice S. Bernardo all’uomo pusillanime e che dubita di Dio: Oh stolto, se Dio ti cercò essendo tu empio, come credi che t’abbandoni, poi che t’ha trovato? (Cavalca, 6-I-264) (GDLI)
    2b. Pusillanime è colui che agisce nascondendosi dietro gli altri.

    ETIM. Dal latin tardo “pusillanime” (m), comp. di “pusillus” (diminutivo di “pusus”, “ragazzo”) e “animus”, “animo”; attestato per la prima volta nel 1292.
    (Cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Chiara Ianniello
    MC/03507

  101. Rigurgito (s.m.)

    Ritorno all’indietro (solitamente di liquidi), bloccati a causa di un
    ostacolo, o di cibo nella bocca; per estensione, in accezione
    negativa, ricomparsa di sentimenti, emozioni dal passato.

    Es. 1a. “(…) ed all’incontro contrastando il rigurgito del mare con
    l’Arone” (Benedetto Castelli, Bologna 1822, Tipografia Marsigli, p.
    270).
    1b. I bambini hanno spesso i bavagli sporchi di rigurgito.
    Es. 1b Il rigurgito di razzismo di questi ultimi tempi è spaventoso.

    Etim. da rigurgitare; la parola è attestata per la prima volta in
    Italia dal 1644.

    (cfr. GRADIT, Sabatini-Coletti, DELIN, Zanichelli 2007)

  102. Autoctono (agg., s.)

    Nato dalla terra medesima ove vive.

    Es. Molti altri popoli ebbero o hanno letterature autoctone… consistenti in sole poesie, e

    poesie non mai scritte. ( Leopardi, II-1177 )

    Etim. Dal gr. autókhthōn , comp. di autós ‘stesso’ e khthṓn ‘terra’.

    Attestato per la prima volta in italiano nel 1819.

    (cfr.GRADIT, Sab-Col, DELIN, GDLI)

    Daniela Errichiello

  103. Infingere (v. tr.)

    1. Fingere, simulare

    2. Mentire, Importarsi (di qualcosa/qualcuno)

    Es. 1a Non è corretto infingere di essere malati per saltare i turni di lavoro;

    1b ‘L peccator, che ‘ntese, non s’infinse, ma drizzò verso me l’animo e ‘l volto (Dante, Divina Commedia, Inferno, canto XXIV, v 24-130).

    Es. 2a Così detto, mi guardò e tacque, perché nel volto si conosce il core, che non infinge (Fazio degli Uberti, il Dittamondo, libro V, cap. XXX, v 30-90);

    2b Con ira tu non farai cosa alcuna, ma però te ne infingerai qualora ti sarà in acconcio (Giacomo Leopardi, traduzione delle Operette Morali di Isocrate, v-145).

    Etim. Dal lat. tardo infingĕre «foggiare»; Giordano da Pisa (1304)
    (cfr. DELIN,GDLI)

    Diana Ligniti

  104. Dipendenza (s.f)
    1)Condizione anche patologica di necessità di sostanze (tossicodipendenza) o determinati oggetti, la cui assenza provoca disagio
    2)Definisce una subordinazione gerarchica in un ambiente lavorativo (essere alle dipendenze di …)
    3)Indica l’origine o la causa di un fenomeno o un avvenimento
    4)Edificio, sede di un’azienda

    Es. 1a) “Eccoci dunque al punto di partenza: parliamo di dipendenza, o di propensione, schiavitù?[…]Tutte queste definizioni presentano difficoltà semantiche. Per fare un esempio, il bambino nato da madre eroinomane non ha mai avuto il desiderio patologico di eroina e poiché non sente una ‘bramosia compulsiva’, non gli compete la definizione di tossicodipendente, ma quel bambino è tuttavia fisicamente dipendente, cioè dopo la nascita soffre di sintomi da astinenza” [Max M. Glatt – “I fenomeni di dipendenza. Guida alla conoscenza e al trattamento. Farmaci, società e individuo; 1979, Feltrinelli]

    Es. 1b) La dipendenza da antidolorifici è un fenomeno in crescente aumento e sviluppo nei paesi occidentali

    Es. 2a) “Il giovine occhialuto era tenente e aveva il petto fregiato da qualche medaglia. Accettò senz’altro di riassumere nel mio ufficio il suo posto antico alle mie dirette dipendenze” [Svevo;GDLI]

    Es. 2b) Per facilitarti il compito ho disposto una squadra alle tue dipendenze

    Es. 3a) “Se per tutta l’università degli effetti, che posso avere in natura dipendenza da movimenti tali , seguissero indifferentemente tutte le medesime conseguenze…” [Galileo;GDLI]

    Es.3b) Il successo dell’evento sarà decretato in dipendenza dalla pubblicità che se ne farà

    Es. 4a) “Una sola parola d’ordine vige nella Fortezza e nelle sue dipendenze” [Buzzati; GDLI]

    Es. 4b) Una delle dipendenze del signor Rossi è visibile anche dalla collina fuori città.

    Etimologia : dal latino ‘dependere’, letteralmente “pendere in giù”
    Attestato per la prima volta nel XIV secolo [Cfr : GDLI, Delin]

    Salvatore Ferraro
    MC / 03345

  105. Mero (agg.)

    1. Pulito, puro, limpido; lucente

    2. Detto con enfasi, prima di un sostantivo, semplice, vero e proprio

    Es. 1a. “Io senti’ dentro a quella lumera/ che pria m’avea parlato…/ incominciar, faccendosi più mera”. (Dante; Paradiso, canto XI, vv. 16 – 18)

    1b. Il sole risplende in questa acqua mera.

    Es. 2a. “Porta un mero peplo di bisso e un lungo velo e non ha ornamento alcuno”. (D’Annunzio; “Fedra”, III – 2 – 370)

    2b. Lo voglio sapere per mera curiosità.

    Etim. dal latino Meru(m), parola attestata per la prima volta nel 1321.

    (cfr. GRADIT, Sab – Col, DELIN, GDLI)

  106. Acrimonia (s.f.)
    1. Sapore acre; acidità.
    2. Per estensione, astio nei confronti di qualcuno.

    Es. 1a “Mi propino anche un certo acido che mi ha rovinato perché da allora soffro di un eccesso di acidità.”
    La coscienza di Zeno, cap. III ‘Il fumo’, Italo Svevo.
    Es. 1b “Quella donna possiede troppa acidità per i miei gusti.”

    Es. 2a “Bada che non ti parlo per acrimonia mia: da tempo ho ucciso il tarlo della malinconia.”
    Nemesi, Guido Gozzano.
    Es. 2b “Quell’uomo è pieno di acrimonia contro noi tutti.”

    Etim. Dal lat, acrimonia (m), der, di acer, acris “acre”.
    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN).

    Giacomo Gaglione

  107. GRADIT

    BISLACCO : /biz’lakko/ (bi.slac.co) agg. [1585,T.Garzoni “ Teatro de’ cervelli”] ; etim. Bislacca; persona bislacca, uomo b. DER. Bislaccamente , bislaccheria, imbislaccato Sin balzano, curioso, originale, strambo, strampalato, strano, stravagante CONTR.normale (2).

    Sabatini – Coletti

    BISLACCO: [bi-slàc-co] agg. ( pl.m.-chi, f.-che)

    ° Di chi si comporta in modo strambo SIN stravagante bizzarro; è un cervello un po’ b: estens. che è privo di logica, di razionalità SIN balzano: progetti b.

    ° sec. XVII

    DELIN

    BISLACCO: agg. ‘ stravagante ’ (av. 1609,G.C. Croce; 1797, D’Alb: “ è voce fiorentina non molto antica ”, e infatti un es. del TB risale alle settecentesche Prose Fiorentine).

    ° Orig. Oscura, prob. Espressiva; dal punto di vista dell’ espansione geografica, l’ agg. è limitato all’ Italia centro – sett., dove dial., conosce diversi der. Per questo Devoto Avv. Lo considera “ incr [ocio] di bilenco ‘ sbilanciato a sinistra ’ e dello slav. bezjak ‘ sciocco ‘, applicato alle popolazioni di confine, nel Friuli e in Istria nella forma bislacco: resa toscanamente in bislacco “, che è anche l’ opinione di Migliorini – Duro, e risale allo Skok ( RLiR II [1926] 269 ). Non pare vi si debba connettere in alcun modo il bislacchi ‘ (epiteto di ) moneta ’ , rintracciato dallo Zacc. Ra.105,127 in Leone Africano e nel Ramusio ( sec. XVI ), e bixelache ‘ nome di una moneta ‘ in una grida mil. del 1508 (cit. indiretta; Zacc. Ra. 305).

    BISLACCO: agg.

    detto di una persona dal carattere strano e/o stravagante.

    Es. 1a. Quel ragazzo possedeva un cervello bislacco con un’ intelligenza da genio.

    1b. Quel raduno di giovani era così bislacco per i miei gusti tanto da non sentirmi a mio agio.

    Es. 2a. “ Una famiglia bislacca ” di Piergiorgio Bortolotti.

    Etim. dal nome di una moneta in una grida milanese (1508).

    (cfr. GRADIT, Sab-Col, DELIN).

    Rosaria Matera

  108. Vilipendio ( s.m. )
    1. Manifestazione di ostentato disprezzo nei confronti di persone, religione ed istituzioni.

    2. Reato di chi offende apertamente e pubblicamente cose ed istituzioni che rappresentano valori tutelati dalla legge.

    Es.1a “Ricordo qui per inciso che il vilipendio del manto di preghiera è antico come l’antisemitismo.”
    ( Primo Levi 2-5 , GDLI )
    1b Il vilipendio della bandiera è incomprensibile da parte di un cittadino italiano.

    2a “Alla fine di questo mese l’occasione ci sarà offerta dal processo intentato, davanti al tribunale di Roma, contro don Lorenzo Milani, incolpato di vilipendio delle forze armate.“ ( Ignazio Silone, L’apocalisse di don Milani )
    2b Antonio Golluccio è indagato per vilipendio alla nazione italiana.

    Etim. 1470, L. Pulci
    ( cfr. GRADIT , Sab-Col ,GDLI,DELIN )

  109. Languido: (agg.)

    1) Persona stanca, priva di energie, indisposta, deperita, fiacca.
    2) Persona sdolcinata, svenevole

    Es.1a. Un fanciullo di cinque anni,…avendolo un giorno [il padre] in collo, perché era languido vedendo venire li demoni per lui, sì si strinse al collo al padre, e disse: Aiutatemi, padre, aiutatemi che saracini neri mi vogliono pigliare (Cavalca 9-258)
    Es.1b. Aveva un viso languido e affranto.

    Es.2a. Era presente un giovanotto magro e dagli occhi languidi, che rappresentava gli innamorati (Charles Dickens Le avventure di Nicholas Nickleby)
    Es.2b. La guardò con occhi languidi e il suo volto arrossì.

    Etim. dal latino Languĭdum. Attestato in italiano a partire dal 1342.

    (cfr. GRADIT, SAB-COL, DELIN, GDLI)

  110. Ipocrisia (s.f.): Simulazione o la finzione di sentimenti o di intenzioni che in realtà non si possiedono,per ottenere agevolazioni.

    Es. 1a. Purché in ogni maniera, per ipocrisia o per sincerità, Cristo venga annunziato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene(Sacra Bibbia, Nuovo Testamento, Lettere di S. Paolo ai Filippesi).

    Es. 1b. L’ipocrisia è lo strumento preferito di chi vuole nascondere la verità.

    Etim. Dal greco hypòkrisis (recitare una parte): la prima attestazione del termine in italiano risale al 1292.

    (cfr.GRADIT,SAB-COL,DELIN,GDLI)

  111. […] agli studenti che redigeranno per la prima volta una voce all’interno dell’attività Adottiamo una parola. Tutti i lemmi del dizionario sono accompagnati da marche d’uso, ovvero da sigle che chiariscono […]

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